20081202

Caramelle

Poi, una notte
quel signore senza nulla
ha lasciato la mia auto
incustodita
e il mattino seguente
ho visto
che mancavano tre cose:
qualcuno aveva preso per sé
non i soldi, ma
le mie caramelle
i gettoni per l'autolavaggio
il rotolo della carta igienica.

20081126

La strategia del bambino molle

Quando un pargolo vuole difendersi dai rimproveri - più o meno giusti, e qui non entro in dettaglio, i rimproveri son sempre indesiderati dai piccoli - o si rifiuta di andare dove vogliono portarlo i genitori, adotta spesso la strategia del bambino molle. Si lascia andare con tutto il peso, quasi si corica a terra, si avvolge su di sé, cade sulle gambe altrui. Non si fa male, è molle. Fa un po' ridere. Come vorrei anch'io.

Una mia amica è in grado di cadere - con tecnica suprema, tra lo sportivo e lo zen - senza farsi male: previene il tonfo e i lividi, e si arrotola morbidamente su se stessa quando inciampa o le accade qualcosa di simile. Anche sulle rampe di scale. Fa un po' ridere. Come vorrei anch'io.

Bisognerebbe adottare in modo sistematico la strategia del bambino molle. Con una risposta fuori tema, spiazzante, per smontare chi ti fa impazzire, per farlo riemergere come è, da dietro il suo cipiglio brontoloso, per farlo sorridere e dirgli che anche lui è stato bambino. Per non farsi male. E lo sfido a negare il fatto che, da piccolo, non abbia tentato anche lui, almeno una volta, la strategia del bambino molle.

20081110

Foglie

L'omino che di mestiere soffia le foglie, e le spinge sopra e sotto le auto, tra le ruote delle biciclette, dentro e fuori le aiuole, tra mucchi mucchietti e mulinelli, di mestiere si sente anche fratello del vento.

20081030

Senza peso

In una foresta
d'aria
sono un animale
senza peso
in cerca di appigli
cammino
tra mulinelli di foglie
così leggera
che tra poco
potrei
anche
sollevarmi da terra
dietro al vento
ma voglio affrontare
il labirinto
che sbuffa e soffia
e con stanca rabbia
ammonisce
o ride
rasento i muri
sono bianchi o gialli
e in un percorso
che trovo
più lungo del solito
tagliano il fiato
al gelo
nel rumoroso deserto
alberato
della mia città.

20081027

Volo

Ho preso l'aereo
per sorvolare
orizzonti vasti
e sconosciuti
un deserto
di sabbia
e rocce
gialle e rosse
sotto un cielo
terso
di cristallo
con quell'odore
buono
che si sente
quando
nel sogno
stai sopra
(e quando
nel mondo
stai sotto)
le nuvole
da neve.

Ho preso l'aereo
per sorvolare
intorno al cerchio
dell'anno
il ciclo
delle stagioni
ciascuna
con la sua atmosfera
limpida
o lievemente opaca
calda o fredda
ma sempre
da un punto di vista
alto e altro
denso di silenzio
per contemplare
qualcosa
che non avevo
previsto.

Intanto
scoprivo che
uno dei segreti
dell'opera d'arte
altrui
è l'estremo amore
il tempo
stratificato
offerto
per realizzarla
la cura sottile
come una sofferenza
l'occhio tenero
o di ghiaccio
disposto alla commozione
e sempre
alle lacrime
lo sforzo fisico
della concentrazione
simile a un parto.

Era un sogno
ed era
senza parole
ma così vera
taceva
e viveva
quella
serenità
in volo
sopra i miei
ultimi pensieri
che me la sono
scritta.

20081023

Pensavo

Da piccola
pensavo
che il colore
vermiglio
fosse verde.
Perché
per me
erano tutti verdi,
i vermi.

20081008

L'aldilà delle piccole cose

Ho smesso, da pochi giorni, un cappottino rosa. Superfluo dire quanti viaggi in autobus abbiamo affrontato insieme, la pioggia, il vento, il sole, quante le foglie appiccicate. Beh, il cappottino non è rosa in realtà, perché l'apparenza deriva dalla miscela di alcuni tra i miei colori preferiti, bianco, rosso e marrone. Informazione inutile - oppure utile per chi lo incontrerà, o forse come me riuscirà a sentirne una lieve nostalgia, lo cercherà, lo troverà. E poi lo scoprirà, magari su internet. Non perché lo rivendo. Ma perché, tra le fortunate avventure di questo cappottino, c'è anche quella di essere stato scelto come sfondo per un minuscolo set fotografico, per cui i suoi colori sono ora nascosti (ai più) tra le pagine di un sito web. Quindi che sollievo, quando avrò bisogno di ricordare, passeggiando nell'aldilà piccolo del mio cappottino, piccole storie già vissute.

20081006

Connessioni

Quando ero piccola mi immaginavo da grande, a un'età imprecisata, forse a venticinque o a trent'anni, vestita da signora, con la gonna e la camicetta, le scarpe eleganti con poco tacco. Ma non ero io. Non sarei diventata così.
Da piccola, una maestra un po' veggente mi diceva che da grande avrei avuto i capelli corti, un po' come mia madre. Io non ci credevo, ma quello, per adesso, è vero.

20080923

Puntini

Una volta ho visto
un'auto
con i puntini di sospensione
sulla coda,
forse
aveva perso le parole
o lo stemma del cofano.

20080916

Acqua e vento

Nella casa di fronte, sul balcone
qualcuno ha lasciato una coperta rossa
ma è tutto chiuso,
non ci abita nessuno
e per giorni la coperta
ha preso l'acqua e il vento.

Poi, un mattino, ho guardato
la coperta è sparita
il ritorno di qualcuno
deve aver soffiato
quel punto di rosso
all'acqua e al vento.

20080910

Filo

Tra ieri e oggi
ho intuito una riga
piccolissima
quasi non si vede
ma c'è
ci credo
la cerco
è quasi un filo
di speranza.

20080909

Lavori

C'è un cartello
che indica
i lavori in corso
nel vicolo sotto casa mia,
con un omino
disegnato
sul triangolo giallo,
tutto gocciolante
di catrame.
Di diverso dagli altri
c'è che lui,
l'omino del cartello,
lavora notte e giorno,
senza sosta,
qualcuno gli dia
almeno
gli straordinari.

20080908

Di alba in alba

Da quel giorno
attese
ogni mattino
al suo fianco
un battito di ciglia
posarsi
sul cuscino
accanto.

20080902

Intervallo

Ieri non ho scritto nulla. Forse non ho ascoltato abbastanza bene, o forse ho ascoltato troppo.

20080829

Loro

Alcuni giorni credi di aver bisogno di riposo, altri di silenzio. In altre occasioni hai bisogno di musica. Certe volte, invece, credi di aver bisogno di sinonimi. Ma non fidarti troppo di loro.

20080828

Un re

Da un po' di tempo non lo incontravo. Inavvicinabile a causa degli stessi occhi, ancora verdissimi e taglienti. Lo stesso portamento, una miscela inconsueta tra sinuosa eleganza e desiderio silenzioso di fuggire gli sguardi. La stessa testa - leonina, tonda, arancione. Si vede che è appena guarito dalla frattura ad una zampa. Nonostante la gobba e i segni tenaci delle battaglie, vive da re. In tutto lo splendore dei suoi tredici anni.

20080827

Frivolezze

[Stanotte ho sognato di essere stata rapita] Sono in una specie di container trasparente. Una persona che nella realtà non può vedere, mi scorge dalla porta del luogo dove sono rinchiusa. La mia impensabile ancora di salvezza. Sfruttando la distrazione della mia guardiana, che non mi ha nemmeno legato, vado subito alla porta e lo saluto. Decido di cogliere l'occasione per scappare. Mi getto di corsa nella strada per un centinaio di metri. Poi un dubbio. Sconcertante. Ho lasciato la borsetta in quel container. Devo rientrare. Torno di corsa dalla mia guardiana e mi sveglio improvvisamente. Mi sto ancora rimproverando per queste frivolezze da sogno.

20080826

D'aria

Riprendere ritmi
temporaneamente dimenticati
continuum da vivere
con ricchezza
musicale
in ceselli
di variazioni
in scale
d'aria
in respiri
di suono.

20080731

Domani è un altro giorno

Quando l'attesa
è vicina al traguardo
i giorni
distillano
lentamente
in ore
minuti
secondi
dal gocciolare
interminabile.

Ma appunto
domani
è un altro giorno
come disse lei
e in più
domani
certo che è un altro giorno,
ma è soprattutto
l'ultimo giorno
di lavoro
prima delle ferie.

Quando l'attesa
è vicina al traguardo
i giorni
distillano
lentamente
in ore
minuti
secondi
dal gocciolare
interminabile.

20080730

Tra le righe

A volte, un post è come un messaggio nascosto in una biglia di vetro, lanciata a tutta velocità, senza peso né volume, dentro una pista con mille direzioni, fatta a montagne russe. Sai da dove parte il tuo messaggio, ma non puoi sapere esattamente, tranne che in pochissimi casi, in quale luogo e a chi arriverà. Qualcuno inizierà percorsi che approderanno alle tue parole e - consonante o sorprendentemente dissonante rispetto a sé - qualcosa senz'altro vi troverà.

20080728

Si dice

Non c'è tanto da fidarsi di quel che si dice, e si legge, e si vocifera. Tutti, ad esempio, sostengono che sono fratelli, e invece secondo me non è vero - chissà che Omero non si sia confuso, ha tale fascino che viene spontaneo dargli ascolto, in realtà è sensibilissimo ma ci vede poco - io li conosco di persona Ettore e Paride, mica son fratelli e poi, se lavorano nella stessa ditta, coi pc o quel che è, cosa vuol dire.

20080725

E la presente e viva, e il suon di lei

Mi piace il mango
che sa di ginepro e resina
la foglia che profuma di limone
il vino che sa di uva

il giocattolo che profuma di bambino
il sole di città col vento di mare
il sasso color di liquirizia
il mattino che profuma di montagna

Mi piace la foto
che sa di volti incontrati
di vite vissute
mai più dimenticate

Mi piace il gesto d'amore
che sa di passato
trafigge il presente
riaccende il domani.

recidiva

20080724

Dov'è

Nel gran mare
di internet
dov'è la bussola?
Ma soprattutto
c'è?

Non ci sarà
da qualche parte
che so
un faro
per la notte

un fascio
di elettroni
innamorati
diretti
ad una meta?

Impossibile,
secondo me
non c'è una bussola
non c'è un polo magnetico
ce ne sono infiniti

e la meta si biforca
in migliaia
e milioni e miliardi
di strade
possibili.

Ma puoi costruirti
volta per volta
tasto dopo tasto
pagina dopo pagina
senza perderti

la tua meta
il tuo percorso
la tua rete
di nodi
la tua strada

il tuo unico
e irripetibile
conosciuto e sconosciuto
labirinto
di volti.

20080723

Punto

La tentazione è giocare, e lasciar correre i tasti, e scrivere tante parole, ma non ne sono poi così sicura, perché forse è meglio dire poco e l'essenziale e quel che importa, e lasciar perdere fronzoli e riccioli e superfici.

In realtà può avere valore anche quel che sembra piccolo e inutile, come un segno di qualcos'altro, tutto da scoprire.

Ma sempre, è importante discernere, scegliere, distillare ogni aspetto che si presenta alla mente.

E allora - a poco a poco - scendo e seleziono. Frase per frase, parola per parola.

Tra vocali, ritmi, voci. Lentamente osservo,

limo e tolgo quel che eccede,
sino ad ottenerne
un suono bello

che finisce,
o almeno
sembra,

con un
punto,

così.

20080722

Quando ride, sorridi

Quando, in pieno luglio, sogni una nonna che d'inverno ti racconta storie davanti al camino / quando la suoneria del tuo cellulare cambia da sola e attacca una musica brasiliana presa da non si sa dove / quando un amico ti dice Oggi il mio orizzonte artificiale è instabile / quando conosci qualcuno che si chiama Mario Maria / quando tra le inserzioni su internet trovi un'offerta di lavoro per rocciatore / quando al caffé della mattina incontri un signore con un pappagallo addomesticato sulla spalla

allora vuol dire
che c'è in serbo ancora qualcosa
che le sorprese non sono finite

apri gli occhi
guarda il volto che ti cerca
ascolta una storia

e potrai, se vuoi,
sorridere a un quotidiano
strano e straordinario.
Che un po', di te, già se la ride.

20080718

Assolo

D'estate e d'inverno, di giorno e di notte, oltre le pareti trasparenti i cavalli le auto la slitta e babbo natale girano tutto l'anno. Quando c'è caldo girano con le ventole dei condizionatori e le pale dei ventilatori. Dentro ci sono le luci colorate al neon e, ogni tanto, l'omino che fa le pulizie. All'ora di cena e durante la settimana, la giostra è una gabbia dorata. Non c'è più festa. E a volte, in quell'ora, non c'è nemmeno il sogno di un bambino, a sfiorarla.

20080717

Irreversibilmente

Un giorno ciattavo con un amico blogger e gli dicevo, Prima o poi farò un post, o una bozza di post, su come hai scritto il mio nome nella busta del libro che mi hai regalato - è una bella scritta simpatica e ordinata, a pennarello e contornata a biro, caratteri tondi e chiari. E lui confermava, Prima che ci fosse internet mi ingegnavo, sulla carta, con inchiostri, pennarelli, colla, forbici.

[La storia conferma. Questo blogger, prima di internet, incubò sulla carta quel che poi avrebbe inventato, ritagliato, danzato sul web. Io non lo linco, solo perché magari preferisce così, e poi ho un po' romanzato, cose da blog]

Adesso, il momento è arrivato. La mia bozza attendeva lì da venti giorni, al caldo nella pancia del blog, e questo è il post. Il ricordo piccolo e bello spingeva per non smarrirsi, per non finire neanche dopo sei mesi e per molto altro tempo. A me succede così, perché apprezzo e amo tutte queste minuscole attenzioni, ogni volta mi sorprendono e mi si appiccicano dentro, irreversibilmente.

20080716

Il mare nel cassetto

Quando ho bisogno di un respiro grande apro il cassetto, e trovo il mare. C'è un angolo roccioso, con le case e le persiane rosse, a picco sull'acqua blu. Allora respiro e viaggio e volo, dentro l'azzurro, sopra e sotto. Poi, penso - ora vorrei sentire anche la voce delle onde, meglio se da dentro il cassetto chiuso, piano, nel dormiveglia - stasera potrei parlarne al mio ritaglio di mare, che sta tutto in una piastrella dipinta.

20080715

Incontro

Ho trovato un sasso nel fiume - anzi, lui mi ha trovato. Così è diventato uno dei miei fermacarte, con la tenue funzione di offrire una resistenza ideale ai soffiatori artificiali. Poi, un'amica mi ha regalato un geco, tutto colorato. Giallo e viola sopra, la pancia azzurra. Di stoffa sottile, con la sabbia dentro. Da quando si sono incontrati, Jack si scalda sulla pietra piccola tra il tondo e il quadrato, accesa dal sole che entra a righe dalle finestre del mio miniufficio.

20080714

Mario

Molti anni fa, l'omino del latte si chiamava Mario e passava di casa in casa, col furgoncino, a lasciare il litro o il mezzo litro nella bottiglia semitrasparente e sagomata, ricoperta da un piccolo coperchio in carta stagnola.
Oggi l'omino del latte sistema le bottiglie nello scaffale frigo del supermercato, ha il camice bianco e un grande carrello al posto del furgoncino. Non so se si chiama Mario, ma la cura nel disporre il suo latte potrebbe essere assomigliare a quella che ho visto tanti anni fa, nei gesti gentili di Mario.
E anche se tutto è cambiato, e anche se l'omino non è più Mario, e chissà se mai gli racconterò questa storia, lo ringrazio per l'acqua fresca e inconsapevole di un ricordo ritrovato, così lontano e vivo - quasi dimenticato, ma non perduto - tra le fiabe dei miei primi anni.

20080711

Progetti

A volte basta poco per rovesciare completamente le proprie prospettive. A volte basta una combinazione di tasti che tu pensi casuale - e invece no, qualcuno ci aveva pensato molto bene, e l'aveva persino progettata - per cambiare orientamento al tuo schermo, di punto in bianco, oplà, e adesso via, si legge con la testa inclinata ad angolo retto. E poi il bello è cercar su internet, da quella posizione, sui forum e in tutti quei posti lì, come fare a raddrizzare la visione. Quasi quasi l'avrei tenuto così, il mio schermo, solo per quel progettino che c'era dietro.

20080709

I tempi di mamma merla

Erano belli, i tempi in cui i merlotti cadevano dal nido e io diventavo un po', complice mio padre, la loro mamma merla. In parte. Perché, dall'esterno della gabbietta, i genitori riuscivano a nutrire i pulcini e, in più, i piccoli non si spaventavano quando mi avvicinavo lentamente a loro. Erano belli i tempi di mamma merla, quando i merlotti crescevano e - con un'emozione antica per quel primo volo, così carico di vita - potevano uscire dalla gabbia, più stretta del guscio da cui erano nati. Capaci di sfuggire, ad ali spiegate, agli ultimi gatti cacciatori o alle gazze rapaci, ogni tanto me li ritrovavo quasi accanto, controluce, ad abitare un nuovo arco di cielo.

il merlo zoppo

20080708

Esce fritto

Un giorno, la P si è nascosta dietro l'anta della persiana. Ahimé, altro che pesce fritto. Dopo un po' il proprietario se n'è accorto, e quello scherzo di monito, col suo occhiolino silenzioso, oggi non c'è più. Nel ristorante, la P sapeva parlar senza parole: il pinnuto non era il solo ad entrare in padella, per cascar bello e dorato nella brace. Poi, onore e memoria alla P, è cambiata la gestione.

20080707

Mille e uno

Ora ho capito che sono loro, a trovarti. Sul greto dei fiumi, appena sotto la superficie dell'acqua, tondeggianti, hanno screziature chiare che brillano lievemente. Ti illudi che siano i tuoi occhi, le tue orecchie, le tue mani, a farti incontrare almeno uno tra quei sassi vagabondi, che si sono lasciati accarezzare dalla corrente per centinaia di anni, resi lisci e morbidi e vivi da una pazienza sconosciuta e infinita. Puoi pensare che solo per te batte il loro piccolo cuore di luce, il più delle volte appena visibile. Può anche darsi che sia così. Ma, se non stai abbastanza attento, finirai per vedere nel tuo bel fiume una serie interminabile di quei sassi misteriosi, e te li sognerai persino di notte, uno in fila all'altro, mille storie che spingono da dentro il guscio di pietra, per essere ascoltate. Lo so perché ero proprio in riva a un fiume, non importa quale, e a un certo punto mi è arrivato un brusio indispettito. Mi sono incuriosita e ho ceduto. Alla fine è successo, mi ha fregato. Sono stata adottata da un sasso con le righepiccole.

20080703

La cerva

Incontrare lei - specialmente al mattino e, in particolare, nell'aiuola del supermercato dopo una notte di pioggia, mentre sta al sole ad asciugare e a riposare dalla burrasca - dovrebbe essere lievemente meno straordinario che incontrare lui. E invece.

20080701

Arrostini

Conosco una ricetta per cucinare alla fiamma, da utilizzare in occasioni speciali. E allora l'ho provata con i post. Sto molto attenta - soprattutto quando scrivo e modifico a pubblicazione già avvenuta. Cerco di accudire e rosolare ogni parola, sino a rendere l'insieme il più possibile gustoso, croccante, dorato. Ma l'importante è questo, concludere la preparazione prima che gli arrostini siano incendiati dal feedburner.

20080630

La poesia del rifiuto

Mi ha detto - non gettare quel fiore appassito nell'umido, mi spiacerebbe, assomiglia di più alla carta.

20080627

Bianco

A volte scrivo parole che da lontano potrebbero anche assomigliare a poesie - righe brevi, riga vuota, righe brevi, e altre un poco più lunghe. Quelle volte, quando scrivo, vorrei lasciare intatto il bianco (spazio impalpabile, fragile di neve) perché lui mi chiede una cura che è quasi timore. Di quel che c'è tra un giorno e l'altro, quel bianco vuole contenere solo i miei passi più piccoli, silenziosi, leggeri di formica.

20080626

L'invisibile

Per ogni post pubblicato, nella mia bacheca ci sono almeno tre o quattro o cinque o sei pensieri, o istanti, o follie, o grumi di parole salvati nelle bozze - forse non saranno mai visibili sul blog, ma sono come una culla senza cui non esisterebbero nemmeno i post pubblicati.

20080625

Come un pittore guarda l'insalata di riso. La guarda e pensa che aggiungerebbe qualche oliva - ne bastano poche - manca proprio un tratto in verde. Là.

20080624

Buonanotte

Il bambino dei vicini piange,
stanotte,
sembra che pianga per ore
non sento altra voce

adesso mi alzo
e vado a vedere come sta
se lo hanno abbandonato davvero
perché nel sogno
l'avevano lasciato lì
fuori dalla porta
nel corridoio
e adesso lui continua,
piange fortissimo

piange ancora, a tratti
poi silenzio
ecco, una voce di donna
non piange più

e allora posso cambiare la storia
riscrivo un sogno tranquillo
dove il bambino s'è addormentato,
buonanotte.

20080620

Rally

La mia via è antica e stretta
ma da sempre fan la corsa
alba e sera, nere in pista
gridan tutte nella scia.
Coi motori sempre accesi
non han rotto nessun muro
neanche mai lo romperanno
tra un palazzo e l'altro e l'altro.
Tra finestre coi balconi
piani alti e piani bassi
sono un guizzo dentro gli occhi
sono rondini, parbleu.

20080619

Onda

Se l'auto sviene in mezzo alla strada, il principe dei meccanici* le sbottona cappotto e camicia, le tasta il polso, si tuffa nel cofano senza levare giacca e cravatta. Distingui appena un coltellino da cucina e - subito - un'onda bianca che torna ai vent'anni volteggia e scardina, percorre e ritrova, interroga e libera tubi, valvole e cuori.

*cit. [da un altro ricordo]

20080616

La zia

Lei non si perde mai. La zia ha ottant'anni e, fino all'altro dì, si poteva dire che da cinquanta non tornava in Italia. Giovanissima scappò a Londra, una vita da dimenticare. È arrivata venerdì in aereo, con figli e nipoti, per rientrare solo due giorni dopo. [C'è anche un fratello, e c'è un'altra sorella più giovane. Si assomigliano molto. La sorella più giovane ha smarrito l'ombrello griffato, tra lacrime e gioie che - ha scoperto - sono molto più grandi di un giorno di pioggia.] [Quarant'anni fa, qualcuno ha chiuso la porta del rettore del collegio con un coccodrillo imbalsamato.] [Conto ancora dieci anni di differenza tra altri due fratelli, identici nelle foto da bambini. Quello piccolo è poco più di un ragazzo. Ma ha una dolcezza senza tempo.] Alla fine la zia, dopo la festa, ha detto Il vino era proprio buono, mi è persin passato il mal di stomaco. Lei non si perde mai.

Istante

Che bello non saper scrivere. Non so se potrò metterle qui nelle righepiccole, le cose grandi e piccolissime intraviste in questi due giorni, e non so nemmeno più in quale parte del cervello ho lasciato i bigliettini con gli appunti, forse non li ho nemmeno presi. Si sono incontrati sguardi, vite minime, tempi lunghissimi. Brulicanti. E anche tu, lettore che cammini in questo post, fermati un attimo con me, in un vivo sospeso silenzio. Che già, lentamente, scivola e si placa.

20080612

Rotonda

La ragazza in pantaloncini e maglietta
che fa ginnastica sull'aiuola verde della rotonda
è un pezzetto di sogno
dimenticato nel caffè. Oppure
vuole farsi linkare su YouTube, vuole.

20080611

Passi

Un'ora d'aria sul corso può rivelarsi molto utile. Si potrebbe cercare quel compagno di scuola che di solito incontri nonsisadove e quandomenotelaspetti, si potrebbe fingersi francesi, oppure incontrare il sindaco in bicicletta, sbirciare una giovane coppia con due gemelli nel passeggino - uno sveglio e uno addormentato, camminare contromano o, ancora, trovare una piccola signora dai capelli bianchi dietro un enorme mazzo di rose rosse.

20080610

Virgole

A volte le vedo, quelle minuzie che i blogger modificano di giorno in giorno nei template, le virgole, i gadget, i sottotitoli, a volte le vedo, quelle cose piccole, come se i blogger avessero messo stringhe colorate alle scarpe, o ridipinto la cassetta della posta, o cambiato il fiore al taschino.

20080605

Che cosa vedo

Ammesso che uno dei fili conduttori delle ricerche che portano qui è, e ne sono ben lieta, il misterioso mondo delle rane, è bello sapere che anche molti altri sono i temi, le chiavi di ricerca, i percorsi possibili. Da leggere di fila. Numeri, storie e punti interrogativi compresi. Ecco a voi.

che cosa vedo dalla cima di un albero, divinità con la foglia sulla scapola sinistra, i passi del ballo il pulcino ballerino, la rima di c'era una volta una rana, info@carloverdone.it, nonna clara, la pazienza ha un limite, diario con indizi mamma quando lo troverai, immagini belle cerchi oscuri, quanto costa la revisione della caldaia, 1792, principesse con ranocchi, solo silenzio, per danzare lo spirù, idrante, barone rampicante di italo calvino, come far crescere velocemente gli alberi, wwwit, questa casa è accogliente come te, rana fritta, racconti delle litigate tra sorelle piccole, un disegno con il curvilineo?, vino che cresce sugli alberi, avvistamenti nello spazio, ranocchio pinocchio, che giorno è il 26 febbraio, tekamen robot, quanto costa installare doppi infissi, ogni volta che ti vedo do i numeri.

20080603

Vittorio

Vittorio dipinge paesaggi. Vittorio ha la semplicità e lo sguardo pulito di un bambino. Manca poco a mezzanotte: Vittorio sta chiudendo la piccola esposizione, ma lo spiraglio appena aperto non mi permette di sfuggire ai suoi luminosi occhi azzurri. Vittorio a volte è silenzioso, a volte parla tantissimo: converserebbe con te per una notte intera. Vittorio ha fatto tre anni in guerra, senza mai vedere la famiglia. Vittorio ama la vita, alla follia. Si commuove e ti commuove. La sua gioia più grande è la nipotina di venti mesi. Vittorio ha novant'anni e molti progetti da realizzare. Se proprio sei fortunato, puoi incontrarlo qui.

20080530

U-niversale

E chissà mai in quale ortaggio si nasconde. Come un passepartout nelle arrampicate della vita ci vorrebbe ogni tanto, dice mio padre, la vitamina U - quella universale. Secondo me, a volte, potrebbe essere utile anche la vitamina UhUhUh. Da non confondere con la vitamina Uhu, universale sì, ma non s'appiccica bene al cuore.

un caso di omonimia

20080528

De coloribus

Fino a qualche anno fa c'erano gli autobus extraurbani, che erano blu, e gli autobus urbani, che erano gialli. Che delizia. Allora uno chiedeva, poteva chiedere, Il giallo ferma anche davanti al teatro?, oppure Scusi, è già passato il blu? E la risposta poteva seguire con buon successo. Oggi la situazione risulta complessa. È diventato molto più difficile non solo dare risposte, ma anche porre domande. In tanti li chiamano ancora autobus blu e autobus gialli, e la constatazione potrebbe a prima vista favorire una certa sicurezza nel valutare la questione. Il bello è che i nuovi autobus, da qualche anno, sia extraurbani che urbani, sono tutti bianchi, striati di rosso. Prima di tutto non puoi più chiedere se arriva il giallo, in particolare se appartieni alla fortunata generazione che ha visto i gialli e i blu, e il tuo interlocutore magari no. Addio spontaneità, memoria, vecchi tempi, bla bla bla. E anche se, per esempio, qualcuno ti rispondesse Arriva il giallo, prenda pure quello, potresti sì concluderne che tra voi corre una differenza di pochi anni d'età - e quindi sei già un po' anziano, ma in gamba, e tutto sommato, e bla bla bla - ma il dramma reale è questo, che non sarai mai certo di potergli credere per davvero, oppure no.

20080527

Neve

Mentre accorcio un paio di jeans davanti alla mia finestra, quella col piccolo parapetto proteso verso l'azzurro, si affaccia un ricordo. Mi viene in mente lei, sua madre. Me la immagino così, davanti a una finestra un po' diversa dalla mia, fatta coi tondi di vetro nel telaio di metallo, come nella casa di Petrarca ad Arquà e come nel Palazzo Ducale di Urbino, una di quelle finestre che hanno anche i sedili in marmo sotto il davanzale, dove ti puoi sedere e intanto guardi fuori, guardi l'inverno o l'estate e il paesaggio e le case e i tetti, che non scorrono, appaiono sempre uguali, ma sono ad ogni istante inesorabilmente nuovi, fosse anche solo per quella goccia di sangue, caduta un giorno di gennaio sopra uno sbuffo di neve.

più

20080526

Mattini

L'otto aprile la nonna avrebbe compiuto centotré anni. Io sono del Cinque, mi diceva. Sarebbe anche oggi silenziosamente fiera dei sedici nipoti, figli e figlie dei suoi sette figli, e dei figli di alcuni di loro. Sorrido - ritrovo l'arguzia del suo volto, la lucida semplicità in ogni gesto - se ripenso al mattino dell'ultimo suo giorno qui, quando ha chiesto per colazione frittelle e vino bianco.

più
ancora

20080523

Sempregiovane

Ieri sera c'era molta confusione
nel baretto sotto casa
compagnia allegra, risate e brindisi
forse han continuato fino a tardi,
invece io mi sono addormentata.
Questa mattina passo lì davanti
e un nonno col cappello
bel bello se ne esce
dalla porta del baretto,
tutto soddisfatto.

20080522

Auto

Per mesi mi sono chiesta
come mai nel parcheggio, al mattino
trovavo l'auto sempre pulita
non solo fuori ma anche dentro.
La soluzione era così semplice,
è quel signore senza nulla
che di notte dorme nella mia macchina.
Lui la tiene tutta linda,
l'accudisce come una casa.

20080521

Minimo

Per giorni ho accudito un piccolo bruco verde ma, divorati i frammenti di mela, ora è fermo nella sua stretta crisalide. L'ho posato sul tagete solitario affacciato alla finestra, e attendo che si schiuda. Intanto crescono le radici del ramo di salice, interrato nel vaso nuovo. Il grande anthurium ricevuto in questo giorno si rivela ancora in un giovane, delicato, lentissimo fiore bianco.

20080520

Presto

Stanotte ho sognato di mangiare un pezzetto di cioccolato: lo conservo da tempo, per gustarlo lentamente. Mi sono svegliata, mi sono alzata da letto e ho trovato un ovetto di cioccolato, vicino al mio solito posto a tavola per la colazione. Poi ho sentito un pigolio, ed era un pulcino di cioccolato, uscito dall'uovo, che becchettava le briciole di pane sulla tovaglia. Sul divano, c'era un'oca di cioccolato che faceva uova di cioccolato. Fuori dalla finestra, ho visto un volo di anatre di cioccolato che migravano verso il sole e si scioglievano: una pioggia di cioccolato cadeva a terra e formava qua e là laghetti di cioccolato. Poi il cioccolato mi è caduto sugli occhi e non ho visto più nulla. Stavo ancora sognando. Era un sogno nel sogno, e la nuvola strana dove era contenuto il sogno era tutta fatta di cioccolato. Appena fuori dalla nuvola di cioccolato c'ero io e, lontano lontano, vedevo il mio amico. Troppo cioccolato. Ecco. Adesso ho capito. Presto, se non fuggo sarò sempre prigioniera. Presto! Con l'aiuto di Hänsel chiuderò la strega nel forno e scapperò dalla casa di marzapane.

20080515

L'uomo coi baffi

L'uomo coi baffi ha uno sguardo fiero che ti oltrepassa, o ti attraversa. Osserva da lontano, per carpire chi sei. Avvicinato, ti stringerebbe la mano con fulmineo vigore. Potresti temere, come un duello, la conversazione con lui - e non solo. Ma saprebbe certo misurare molto bene le sue parole, senza colpirti. Signore magnetico, elegante. E misterioso. Attraente come la possibilità di poterlo incontrare. Perché a volte, inspiegabilmente, è lì che ti aspetta.

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20080513

Soffiatori

I fogli scompigliati sulla mia scrivania si risvegliano. Forse non esistono i tappeti volanti, ma le mie carte e miei appunti sparsi, invece, stanno proprio per frullarsene via. Quasi quasi sfarfallano. E il fremito durerà ancora per qualche giorno, almeno fino a quando il vento dalla finestra aperta non sarà sostituito da lui. Infatti lui, il condizionatore, non soffia bene come fa l'aria che attraversa gli alberi, lì fuori, appena dopo il vetro. E io allora, il condizionatore, cercherò di farlo faticare il meno possibile.

20080512

Domanda

A volte l'abitudine impedisce di cogliere certi dettagli, che appena scoperti si insinuano di colpo tra naso e occhi, come aromi sprigionati da un vaso di spezie. Vorrei trovare un modo per dirvi una cosa di cui non mi ero resa mai conto prima di ieri. Se vi dico che proprio ieri, dopo quasi vent'anni, ho capito perché la pasticceria del mio paese si chiama Regina, sorridereste. E sorridereste ancor di più, se vi dicessi che per scoprirlo è bastato, semplicemente, che per la prima volta mi passasse per la testa la domanda - ma perché il pasticciere ha chiamato così il suo negozio? E accorgermi di questo aspetto - minimo, se volete - mi ha aperto un piccolo ma profumatissimo spiraglio sulla vita del buon artigiano. Il quale, naturalmente, non è italiano.

20080509

Intervista

Ho letto di una scrittrice molto particolare. Di giorno osserva e annota, discreta e silenziosa. Raccoglie parole, suoni, ritmi. Ma ho anche appreso che di notte parla, in certe fasi del sonno. E non solo. Il fatto è che si rivolge, senza preferenze o preconcetti, a tutto quello che sogna o incontra, mentre dorme. E ciò a cui parla, va a finire che poi si lascia convincere e si mette a dialogare con lei. Una volta, da piccola, sua sorella l'ha sentita fare domande alla punteggiatura. E una notte di settembre - ancora nessuna prova certa, ma io ci credo - ha avuto un colloquio segreto con le virgolette.

20080508

Giallo

Con la coda dell'occhio ho visto un qualcosa color del sole migrare da una stanza all'altra. Poi ho guardato meglio e - aveva una blusa gialla. Poi zampettava senza rumore dalla sedia al tavolo. Ho guardato meglio e - aveva degli stivaletti gialli. Dopo ancora, ho intuito un ciuffo di ricci castani e una cintura colorata in vita. Ho guardato meglio e - ho visto la luce vivida di due occhi da scoiattolo. Poi, ho percepito una leggerezza di passi e di mani sottili. Una volta di più ho guardato meglio e - no, non era un folletto, era la mia collega.

20080507

Arie

Stamattina il mio piccolo tagete dalle corolle gialle se ne è andato. Dalla finestra. Sì, perché la postazione provvisoria sul pavimento non gli forniva luce e aria sufficienti. Piccolo, amante del sole ma anche molto orgoglioso. Ora, dall'alto dei suoi dieci centimetri cubi di terra, dal davanzale guarda in giù verso la via e cerca di riprendersi da un brutto mal di testa che da qualche giorno gli ha appesantito i - ben due - fiori. Tra poco, mentre rientrerò a casa, guarderò tutte le piantine arrampicate sui balconi, poi arriverò fino all'ingresso e, prima di entrare, ma soprattutto prima che mi veda e mi si mostri ancora offeso, sbircerò in su per capire se l'azzurro di oggi ha fatto bene anche al mio tagete.

20080506

Vedere

Nel tuo cuore c'è un campo di grano, giallo e pieno di sole, con un grande albero al centro. Nel tuo cuore, invece, vedo una casetta di legno con le finestre spalancate, in mezzo a un prato tutto rosso di papaveri.

20080505

Set

Ieri, mentre sistemavo la spesa, ho trovato un biglietto arrotolato nel sacchetto della frutta, scritto con bella e rotonda grafia, che diceva così. Sono una giovane mela, di colore rosso brillante con sottilissime striature verdi. Sono un'attrice in cerca di lavoro. Mi piacerebbe molto recitare in un film su Adamo ed Eva. Ho già avuto una parte molto difficile come controfigura nel Guglielmo Tell. Per il futuro mi piacerebbe lavorare anche in altri progetti, ad esempio la biografia di Newton. Sono disposta a una lunga gavetta. Allora, quando ho finito di leggere il biglietto, ho pensato che quella mela era stata proprio fortunata. Ho guardato bene, ho scelto il frutto più lucido e (anche le esperienze da comparsa sono importanti, ho pensato) l'ho messo subito nel cestino - son sicura che nel cestino per la nonna, quello vero, almeno una mela sia stata scritta, o almeno immaginata. Siccome piovigginava, ho preso la mantella col cappuccio rosso e di corsa, prima di scappare al mare con il lupo, ho raggiunto il set in mezzo al bosco.

20080502

Solchi

Se questo blog si chiamasse rughepiccole, probabilmente avrebbe un gran successo. Ma io lo chiamerei così, solo perché i volti col disegno profondo degli anni sono veri, e a volte quei disegni portano i solchi del dolore. E i volti così sono da amare, sono da ascoltare. Solo per il fatto che hanno una vita e un senso, una terra e delle mani, affetto o solitudini da raccontare.

20080430

Danzante

Pensate a Vivaldi ad esempio, e alla leggerezza complessa della musica barocca. Pensate se Vivaldi, un giorno, avesse avuto una fantasia - una fantasia quasi musicale. E avesse immaginato un'alchimia strana di metalli e materie mai viste, attraversati da umori e flussi - che ora diremmo elettrici - e il riemergere - priva dei cigolii del legno, del sospiro dei suonatori, delle vibrazioni nell'aria, ma danzante su righe di 0 e 1 - la lieve e densa magia della musica barocca.

20080428

Dolce pasquale con

L'ho incontrata da poco. Una magnifica sorpresa, ma anche la soluzione di uno strano caso. Chi l'avrebbe pensato, che c'entrasse con la colombaaglianacardidelbrasile che mi hanno regalato quest'anno a Pasqua. Son sicura che è stata lei a mangiarsi tutte le mandorle, così mi han detto, non ce n'era più neanche una. E anche le uvette. In compenso c'era lei, la splendida Anna Cardi del Brasile.

20080424

Jeu

Dovevi darmi il tre o l'asso. La prima mano non si parla. Il carico! Dammi un carico. Il tre d'oro! Vai a liscio. Non ho niente. Liscio! Dov'è il tre? La Pita. Questo è da socio. Me ne serve una vestita. Ma dov'è il socio? Manca il re. Vestita! Ecco. Provate voi a mettere in discussione le loro regole non scritte, mentre sono lì, concentratissimi alle carte, pronti ad emettere giudizi quasi universali.

20080423

Musica

Alle prime luci ho salutato un lungo inverno - spalancato il silenzio alla voce nuova dei mattini.

20080422

20080421

Piove

Piove piove piove, piove e vento, ombrelli gialli verdi viola a fiorellini, senza ombrello, cala il vento, sacchetti della spesa, autobus, corsa sul marciapiede, splash, cane che abbaia, mamma con bimbo fuori e dentro il passeggino, guizzo di scarpette rosse, cascata sui vetri, mi scosto dalla finestra.

20080418

Inoltre

Per scrivere un post occorre un po' una mente da post. Con tutti i suoi limiti, ma anche con tutto il suo bello. A volte succede come nei cartoni animati, dove il protagonista distratto cammina nel vuoto senza accorgersene, poi improvvisamente apre gli occhi e vola giù; oppure, invece, ha la prontezza di aggrapparsi a un ramo lì vicino per evitare i coccodrilli o i piragna o le sabbie mobili, e l'avventura continua. A volte un post è un piccolissimo fermo immagine della realtà, un breve respiro, una sosta, che aiuta a dare a un istante forma e valore - da ricordare per qualche tempo. Io a dire il vero ho perso un po' la mente da post, non sempre afferro il fermo immagine o trovo il ramo amico tra i giorni che scappano, e allora - siccome prima, credo, ce l'avevo un abbozzo di mente da post, vivi una cosa e la vorresti raccontare, e mi sembrava anche di starci bene - ecco un altro perché delle Righepiccole.

20080417

Posti per giocare

Sfondo bianco, o giallo leggero. Luminoso, oppure opaco. Appendo cenni di post tra i post-it, origlio appunti di vita dai miei post.

20080416

Sguardi

Quando guardo in giù dalla mia finestra, molte volte nessuno guarda in su dalla strada. Oppure, se qualcuno sta sui balconi, spesso non guarda le finestre di fronte, ma nemmeno ai piani superiori delle case davanti. Così, mi sono chiesta se le persone facciano volare le briciole della tovaglia dalle finestre che danno sul cortile interno delle loro case, oppure proprio sulla strada, come faccio io. In realtà, ogni tanto, qualcuno dalla strada alza il naso in su. Allora da una parte mi rassereno, dall'altra è come essere tra i rami, in un nido appena scoperto. Poi ho capito come funziona: a turno tutti gli abitanti delle case occhieggiano, si sporgono, si affacciano ai propri balconi, o alle proprie finestre. Con una mela o un tappeto, con la sigaretta o il telefono. Uno alla volta però. Ognuno con il suo piccolo gesto quotidiano, un istante tutto da gustare - e da difendere.

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20080415

Perché

Potrebbe esserci un buon motivo per scrivere qualcosa, o anche no. Si potrebbe ritrovare una scatola perduta, solo perché è rimasta appoggiata da tempo su una mensola appena sopra il livello degli occhi. Si potrebbe sollevarne ogni tanto il coperchio, solo per sentire se l'interno ha ancora lo stesso profumo. Si potrebbe agguantare la corsa di piccoli segni, versati nello spazio bianco, solo a fermare - per poco - un suono, un ritmo, un fluire. Con qualcosa che - dicono - ha la forma di un minuscolo punto.

20080414

Vicolo.ppt

In questi giorni è cambiata la direzione di transito nel vicolo di fianco a casa. Ma è cambiata solo un po'. I triangoli del dare precedenza, belli e bianchi sull'asfalto, ronfano sotto un cartello nuovo: appiccicato un metro sopra, un fiammante senso unico punta alla parte opposta. Allora, ho pensato, forse ronfa anche l'omino delle strade, magari sta sognando sulla tastiera, forse c'è un problema nelle slide, e l'effetto dissolvenza durerà ancora qualche mese. Così riuscirò a dirlo a qualcuno, prima che l'omino prema invio.

20080412

Svoltare dopo/dentro notedibordo

Nuova vita, nuovo blog: forse questa volta saranno solo parole, interstizi bisbigliati tra nuovissimi spazi e tempi di vita. Stiamo ad ascoltarci.