20080530

U-niversale

E chissà mai in quale ortaggio si nasconde. Come un passepartout nelle arrampicate della vita ci vorrebbe ogni tanto, dice mio padre, la vitamina U - quella universale. Secondo me, a volte, potrebbe essere utile anche la vitamina UhUhUh. Da non confondere con la vitamina Uhu, universale sì, ma non s'appiccica bene al cuore.

un caso di omonimia

20080528

De coloribus

Fino a qualche anno fa c'erano gli autobus extraurbani, che erano blu, e gli autobus urbani, che erano gialli. Che delizia. Allora uno chiedeva, poteva chiedere, Il giallo ferma anche davanti al teatro?, oppure Scusi, è già passato il blu? E la risposta poteva seguire con buon successo. Oggi la situazione risulta complessa. È diventato molto più difficile non solo dare risposte, ma anche porre domande. In tanti li chiamano ancora autobus blu e autobus gialli, e la constatazione potrebbe a prima vista favorire una certa sicurezza nel valutare la questione. Il bello è che i nuovi autobus, da qualche anno, sia extraurbani che urbani, sono tutti bianchi, striati di rosso. Prima di tutto non puoi più chiedere se arriva il giallo, in particolare se appartieni alla fortunata generazione che ha visto i gialli e i blu, e il tuo interlocutore magari no. Addio spontaneità, memoria, vecchi tempi, bla bla bla. E anche se, per esempio, qualcuno ti rispondesse Arriva il giallo, prenda pure quello, potresti sì concluderne che tra voi corre una differenza di pochi anni d'età - e quindi sei già un po' anziano, ma in gamba, e tutto sommato, e bla bla bla - ma il dramma reale è questo, che non sarai mai certo di potergli credere per davvero, oppure no.

20080527

Neve

Mentre accorcio un paio di jeans davanti alla mia finestra, quella col piccolo parapetto proteso verso l'azzurro, si affaccia un ricordo. Mi viene in mente lei, sua madre. Me la immagino così, davanti a una finestra un po' diversa dalla mia, fatta coi tondi di vetro nel telaio di metallo, come nella casa di Petrarca ad Arquà e come nel Palazzo Ducale di Urbino, una di quelle finestre che hanno anche i sedili in marmo sotto il davanzale, dove ti puoi sedere e intanto guardi fuori, guardi l'inverno o l'estate e il paesaggio e le case e i tetti, che non scorrono, appaiono sempre uguali, ma sono ad ogni istante inesorabilmente nuovi, fosse anche solo per quella goccia di sangue, caduta un giorno di gennaio sopra uno sbuffo di neve.

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20080526

Mattini

L'otto aprile la nonna avrebbe compiuto centotré anni. Io sono del Cinque, mi diceva. Sarebbe anche oggi silenziosamente fiera dei sedici nipoti, figli e figlie dei suoi sette figli, e dei figli di alcuni di loro. Sorrido - ritrovo l'arguzia del suo volto, la lucida semplicità in ogni gesto - se ripenso al mattino dell'ultimo suo giorno qui, quando ha chiesto per colazione frittelle e vino bianco.

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ancora

20080523

Sempregiovane

Ieri sera c'era molta confusione
nel baretto sotto casa
compagnia allegra, risate e brindisi
forse han continuato fino a tardi,
invece io mi sono addormentata.
Questa mattina passo lì davanti
e un nonno col cappello
bel bello se ne esce
dalla porta del baretto,
tutto soddisfatto.

20080522

Auto

Per mesi mi sono chiesta
come mai nel parcheggio, al mattino
trovavo l'auto sempre pulita
non solo fuori ma anche dentro.
La soluzione era così semplice,
è quel signore senza nulla
che di notte dorme nella mia macchina.
Lui la tiene tutta linda,
l'accudisce come una casa.

20080521

Minimo

Per giorni ho accudito un piccolo bruco verde ma, divorati i frammenti di mela, ora è fermo nella sua stretta crisalide. L'ho posato sul tagete solitario affacciato alla finestra, e attendo che si schiuda. Intanto crescono le radici del ramo di salice, interrato nel vaso nuovo. Il grande anthurium ricevuto in questo giorno si rivela ancora in un giovane, delicato, lentissimo fiore bianco.

20080520

Presto

Stanotte ho sognato di mangiare un pezzetto di cioccolato: lo conservo da tempo, per gustarlo lentamente. Mi sono svegliata, mi sono alzata da letto e ho trovato un ovetto di cioccolato, vicino al mio solito posto a tavola per la colazione. Poi ho sentito un pigolio, ed era un pulcino di cioccolato, uscito dall'uovo, che becchettava le briciole di pane sulla tovaglia. Sul divano, c'era un'oca di cioccolato che faceva uova di cioccolato. Fuori dalla finestra, ho visto un volo di anatre di cioccolato che migravano verso il sole e si scioglievano: una pioggia di cioccolato cadeva a terra e formava qua e là laghetti di cioccolato. Poi il cioccolato mi è caduto sugli occhi e non ho visto più nulla. Stavo ancora sognando. Era un sogno nel sogno, e la nuvola strana dove era contenuto il sogno era tutta fatta di cioccolato. Appena fuori dalla nuvola di cioccolato c'ero io e, lontano lontano, vedevo il mio amico. Troppo cioccolato. Ecco. Adesso ho capito. Presto, se non fuggo sarò sempre prigioniera. Presto! Con l'aiuto di Hänsel chiuderò la strega nel forno e scapperò dalla casa di marzapane.

20080515

L'uomo coi baffi

L'uomo coi baffi ha uno sguardo fiero che ti oltrepassa, o ti attraversa. Osserva da lontano, per carpire chi sei. Avvicinato, ti stringerebbe la mano con fulmineo vigore. Potresti temere, come un duello, la conversazione con lui - e non solo. Ma saprebbe certo misurare molto bene le sue parole, senza colpirti. Signore magnetico, elegante. E misterioso. Attraente come la possibilità di poterlo incontrare. Perché a volte, inspiegabilmente, è lì che ti aspetta.

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20080513

Soffiatori

I fogli scompigliati sulla mia scrivania si risvegliano. Forse non esistono i tappeti volanti, ma le mie carte e miei appunti sparsi, invece, stanno proprio per frullarsene via. Quasi quasi sfarfallano. E il fremito durerà ancora per qualche giorno, almeno fino a quando il vento dalla finestra aperta non sarà sostituito da lui. Infatti lui, il condizionatore, non soffia bene come fa l'aria che attraversa gli alberi, lì fuori, appena dopo il vetro. E io allora, il condizionatore, cercherò di farlo faticare il meno possibile.

20080512

Domanda

A volte l'abitudine impedisce di cogliere certi dettagli, che appena scoperti si insinuano di colpo tra naso e occhi, come aromi sprigionati da un vaso di spezie. Vorrei trovare un modo per dirvi una cosa di cui non mi ero resa mai conto prima di ieri. Se vi dico che proprio ieri, dopo quasi vent'anni, ho capito perché la pasticceria del mio paese si chiama Regina, sorridereste. E sorridereste ancor di più, se vi dicessi che per scoprirlo è bastato, semplicemente, che per la prima volta mi passasse per la testa la domanda - ma perché il pasticciere ha chiamato così il suo negozio? E accorgermi di questo aspetto - minimo, se volete - mi ha aperto un piccolo ma profumatissimo spiraglio sulla vita del buon artigiano. Il quale, naturalmente, non è italiano.

20080509

Intervista

Ho letto di una scrittrice molto particolare. Di giorno osserva e annota, discreta e silenziosa. Raccoglie parole, suoni, ritmi. Ma ho anche appreso che di notte parla, in certe fasi del sonno. E non solo. Il fatto è che si rivolge, senza preferenze o preconcetti, a tutto quello che sogna o incontra, mentre dorme. E ciò a cui parla, va a finire che poi si lascia convincere e si mette a dialogare con lei. Una volta, da piccola, sua sorella l'ha sentita fare domande alla punteggiatura. E una notte di settembre - ancora nessuna prova certa, ma io ci credo - ha avuto un colloquio segreto con le virgolette.

20080508

Giallo

Con la coda dell'occhio ho visto un qualcosa color del sole migrare da una stanza all'altra. Poi ho guardato meglio e - aveva una blusa gialla. Poi zampettava senza rumore dalla sedia al tavolo. Ho guardato meglio e - aveva degli stivaletti gialli. Dopo ancora, ho intuito un ciuffo di ricci castani e una cintura colorata in vita. Ho guardato meglio e - ho visto la luce vivida di due occhi da scoiattolo. Poi, ho percepito una leggerezza di passi e di mani sottili. Una volta di più ho guardato meglio e - no, non era un folletto, era la mia collega.

20080507

Arie

Stamattina il mio piccolo tagete dalle corolle gialle se ne è andato. Dalla finestra. Sì, perché la postazione provvisoria sul pavimento non gli forniva luce e aria sufficienti. Piccolo, amante del sole ma anche molto orgoglioso. Ora, dall'alto dei suoi dieci centimetri cubi di terra, dal davanzale guarda in giù verso la via e cerca di riprendersi da un brutto mal di testa che da qualche giorno gli ha appesantito i - ben due - fiori. Tra poco, mentre rientrerò a casa, guarderò tutte le piantine arrampicate sui balconi, poi arriverò fino all'ingresso e, prima di entrare, ma soprattutto prima che mi veda e mi si mostri ancora offeso, sbircerò in su per capire se l'azzurro di oggi ha fatto bene anche al mio tagete.

20080506

Vedere

Nel tuo cuore c'è un campo di grano, giallo e pieno di sole, con un grande albero al centro. Nel tuo cuore, invece, vedo una casetta di legno con le finestre spalancate, in mezzo a un prato tutto rosso di papaveri.

20080505

Set

Ieri, mentre sistemavo la spesa, ho trovato un biglietto arrotolato nel sacchetto della frutta, scritto con bella e rotonda grafia, che diceva così. Sono una giovane mela, di colore rosso brillante con sottilissime striature verdi. Sono un'attrice in cerca di lavoro. Mi piacerebbe molto recitare in un film su Adamo ed Eva. Ho già avuto una parte molto difficile come controfigura nel Guglielmo Tell. Per il futuro mi piacerebbe lavorare anche in altri progetti, ad esempio la biografia di Newton. Sono disposta a una lunga gavetta. Allora, quando ho finito di leggere il biglietto, ho pensato che quella mela era stata proprio fortunata. Ho guardato bene, ho scelto il frutto più lucido e (anche le esperienze da comparsa sono importanti, ho pensato) l'ho messo subito nel cestino - son sicura che nel cestino per la nonna, quello vero, almeno una mela sia stata scritta, o almeno immaginata. Siccome piovigginava, ho preso la mantella col cappuccio rosso e di corsa, prima di scappare al mare con il lupo, ho raggiunto il set in mezzo al bosco.

20080502

Solchi

Se questo blog si chiamasse rughepiccole, probabilmente avrebbe un gran successo. Ma io lo chiamerei così, solo perché i volti col disegno profondo degli anni sono veri, e a volte quei disegni portano i solchi del dolore. E i volti così sono da amare, sono da ascoltare. Solo per il fatto che hanno una vita e un senso, una terra e delle mani, affetto o solitudini da raccontare.