20101215

Memorie

Latente
l'immagine
da incidere
in un qui
e in un dove.
Inutile
far passare
le corna
dei buoi
oltre le porte
strette
della stalla.
Intanto
grazia su grazia
è perdere tempo
con una piccola
creatura
spettinata
e dopo il pranzo
correre a dormire
nel sole
sotto la quercia
grande.
Trovare un senso
tra i gabbiani
perduti
in città.
Solo una moneta
in tasca
a ricordare
il momento
del passaggio.

20101005

Visione

Quale merito ho io
per commuovermi
davanti alla tua indifesa
testolina di piume?

Vedo l'abito da sposa
di mia madre
e l'abito da sposo
di mio padre
sospesi poco oltre
le ante di questo cuore
vegliare
nel socchiuso silenzio
l'alba e il mistero
del mio uno
abbracciato
esistere.

Quando un figlio
ti attraversa
ritrovi tua madre
davvero.

20100823

Lasegretaria

Io, in mezzo alle donnone, mi sento una mammabambina. Un po' fuori posto, ma in fondo ci sto bene. Dopo tutta l'avventura, alla fine, tra vita mia e vita nascente sono tornata sottile e minuta. Sto in equilibrio leggero sui miei polsi trasparenti - trasparenti sì, ma non c'è di meglio per sorreggere un bimbo in un sol gesto - e ci sto benissimo. Del tutto fuori posto quando invece, in mezzo alle donnone, arriva lei: Lasegretaria. Agile sui tacchi, sì. Ma come sempre, la sua levità mi inganna ogni volta fino a quando, finalmente, crolla ondeggiando e siede. Dalla poltroncina nera, ormai bene ancorata, mi rimbalza quasi addosso tutto il suo peso. Su quella sedia poggia il mondo, in un istante. Peso perfettamente distribuito, d'accordo, ma se mi cascasse addosso, ohibò. Addio alla poesia filiforme dei miei polsi.

20100815

Monet vive

Tutti le vedono in mezzo ai campi, d'estate. Monumentali nel sole a picco - ritmo pesante, lento, regolare - nella distesa gialla e spettinata. Immobili nel tramonto, l'ombra tonda di stecchi dorati. Non sono certo i pagliai di Monet, ma l'aria immota che ne promana - abbraccio insperato tra terra macchina uomo - vi fa quasi germogliare l'eterno. Mi sono ritrovata a contemplarle. Stavolta senza preconcetti. Le rotoballe.

20100707

Imperfetto

Mi hanno chiesto di scrivere una storia. Non sono abituata, più probabilmente non ne sono capace. Forse non ne ho mai sentito il bisogno. Mi vengono in mente solo tre personaggi: tu, un fantasma, io.
Tu. Tu sei un uomo. Vivi nel tempo, in una parentesi che dall’infinito inizia e termina. Ti affacci al mondo e poi un giorno, così come sei venuto, te ne vai. Tutto accade lungo un unico e inconoscibile filo di mistero. Sei un infinitesimo. In questo minuscolo tempo di terra non ti è concesso di cambiare ciò che è accaduto. In più, non sai fare a meno degli specchi e della memoria. Di qui nostalgie, rimpianti, sensi di colpa. E anche buona parte del tuo dolore.
Il fantasma. È lui. Il fantasma della perfezione. Regna nel tuo limite, nella tua incompiutezza, nei tuoi confini. Su quel filo, il suo gioco è una sottile, pericolosa acrobazia. La sua voce ti insegue da sempre. I suoi occhi ti scrutano da ogni specchio. Ossessione o illusione, non dargli troppo ascolto. Non prestargli il tuo sguardo.
Io. Io sono l’imperfezione. Sono la tua cifra. Sono l’essenza del tuo essere. Sono la tua frontiera. Sono muro oltre il quale non c’è confine. Sono fessura da cui filtra l’ignoto. Sono la tua commossa piccolezza. Io sono ciò che ti fa uomo. Se mi ami, amerai te stesso e avrai pace. Tu solo - se lo vuoi - puoi abbracciare, liberato, il senso perfetto del tuo imperfetto andare.
E la storia dov’è? Io non posso proprio, non riesco. È la tua: scrivila tu.

20100604

Brum

1977. Eccoli, vedo i miei genitori sulla loro cinquecento blu. Hanno sistemato sui sedili posteriori, come meglio potevano, una culla di vimini. Vanno dalla mia nonna paterna, nella sua casa sperduta in collina. In quella conca raggiungibile solo attraverso una ripidissima strada di ghiaia, incandescente sotto il sole di fine luglio. Scivolosissima. Chi non slitta è bravo. E dentro la culla ci sono io. Ho appena compiuto un mese.

20100511

Moltissimo

Moltissimo, sì. Stamattina si affaccia alla mente, ma qualcosa stride. La parola moltissimo. In giorni di sottovoce, di pensieri sommessi, di diciamolo piano questo desiderio. Non è questione di tempi, o non solo. Questione di menti e di guardare. Dire la parola moltissimo suona da arroganti, sopra le righe, urla troppo. Ma prova a dirlo. Moltissimo. Suona strano. Dillo ancora. Moltissimo. Un po' meglio. Come suona? Buca il silenzio. Canta. Canta che voglio volare, staccarmi da terra, almeno quanto basta per sentirmi testa e piedi un poco più leggeri. Via le zavorre, via le paure. Questione di guardare. E allora guarda. C'è una realtà fatta di piccolissimi. Non si vede ma vive. Vive e fa vivere. Davvero. La salvezza è lì. E mi piace moltissimo.

20100510

La tosse

Tre settimane, quattro. Accidenti a questa tosse nottambula. Polmoni sbattuti come tappeti per le prossime cento pulizie di primavera. E poi, c'è lui. Che non ha preso la tosse. Ma, senza udire voce né parole, una cosa l'ha imparata. A cinque mesi mi chiama col pianto, e con la sua tosse finta.

20100504

Il cappello del re

Sedia in velluto porpora, schienale alto. Intagli in legno. Il trono. Nel posto sbagliato, così pare. Dal medico, in sala d'attesa. A fianco le sedie normali, così dicono. Affiancate tipo aula, sedile reclinabile, stoffa carta da zucchero. Brrr. E quanta polvere. Ma entra lui e porta l'aria. Camicia celeste, cravatta rosso scuro, gilet blu. Stivaletti. Passo splendido. Al volo lascia il cappello sull'appendiabiti. Mentre è dal medico non resisto e vado a guardarlo, il cappello. Guardacaso, impiego tempo a cercare quel che non trovo nella tasca della mia giacca, appesa lì. Allora, cappello in cotone, leggero, quadretti piccolissimi bianchi e blu, fascetta. E il re? Ottant'anni. Siede sul trono. Accavalla una gamba posando il collo del piede all'altra. Appoggia il viso a una mano. Niente è più adatto a lui, di quella sedia giusta nel posto sbagliato. E di quel cappello, leggero come il suo passo e i suoi anni.

(di là)

20100428

Tum tum

C'è una forza d'attrito, quando cominci. A scrivere, per esempio. Ma come osi scrivere, pensaci bene, come ti permetti. Ruota da avviare, peso da sollevare, ruggine da asportare. Fessura invisibile, piuma sul mare. Prima sillabe rare, stropicciate, dure. Poi scorrono, alcune. Mai troppo limpide. Fino a quando le senti. Scorrono, sì. Poche, povere parole. Appena fuori dal guscio. Ma hanno un nuovo battito, vero, di fianco al tuo.

20100415

La fine del mondo

Mi han detto che tra un po' finisce il mondo. Sì, nel 2012. Eccolo, il nuovo pallino. Non bastavano tutte le scadenze, le bollette, i biberon da preparare, la casa da pulire, la cucina le pentole la lavatrice il bagno. Mi tocca pensare anche alla fine del mondo, adesso. Che scocciatura. Che si fa quando si aspetta la fine del mondo? Il concetto di valigia non mi sembra molto pertinente. Un testamento: ma poi chi lo legge? Una festa tutte le sere per concentrare il massimo in poco tempo? No, no. Piacevole, ma fisicamente non saprei reggere. E poi non sono buone idee. Forse non farò proprio nulla di nuovo. Ma non rinuncerò a una follia, a un tentativo. Che forse si chiama così: rivestire ogni cosa - ogni volto, ogni incontro, ogni gesto - di spiragli d'amore. Ogni giorno, fino a quella fine del mondo lì. Però un'idea m'è venuta. Una valigina, ma proprio piccola piccola, me la farò. Nel taschino interno, come un biglietto da visita ben scritto, metterò un arrivederci.

20100414

Lettera senza fine

Senti un po'. Sono sempre io. Fa' conto che ogni giorno ti scriva questa brevissima lettera. Ogni giorno, fino alla fine di tutto. Visto che sei venuto a travolgermi, per sempre. Da quando ho visto il tuo piccolo pugno proteso verso la vita. Non voglio indagare, non riesco. Non riesco e non voglio. Non voglio sondare, spiegare, sminuzzare il mistero che ci sta intorno e addosso. Mi limito ad accettare e a contemplare. Accontentati di queste poche parole. Domani le sentirai ancora. Ciao, sangue delle mie vene.

20100408

Auguri

Danzare nella vita cantando. L'augurio più bello che abbia mai ricevuto. Il primo giorno dell'anno di tanti anni fa, da un vecchissimo prete di montagna. Tra l'altro, oggi è il compleanno della mia nonna, è come se ci fosse ancora. Lei già danza, cantando.

20100407

Un uomo

C'era un uomo che non poteva viaggiare, allora guardava la carta del mondo in camera sua e immaginava itinerari meravigliosi. C'era un uomo che non aveva la televisione, ma ascoltava la radio e vedeva il colore di ogni suono. C'era un uomo che aveva pochi amici. C'era un uomo, che su internet danzava. C'era un uomo che aveva gli occhi di un bambino, e che aveva un bambino bellissimo. Il bambino non sapeva parlare, ma l'uomo comprendeva ogni cosa che il bimbo volesse dire. C'era un uomo che non poteva viaggiare, ma che capiva tutto.

20100326

Ninna nanna

Ninna nanna piccino del mondo
ninna nanna d'oro e d'argento
ninna nanna senza paura
ninna nanna senza misura

Ninna nanna la luna è di latte
ninna nanna che apre le porte
ninna nanna bianca di neve
ninna nanna sempre più lieve

Ninna nanna tra il bene e il male
ninna nanna rossa di mele
ninna nanna di sale e di mare
ninna nanna torna ad amare

Ninna nanna col vino e col pane
ninna nanna da assaggiare
ninna nanna di formaggio
ninna nanna sole di maggio

Ninna nanna dimmi chi sei
ninna nanna ma non dormi mai
ninna nanna di piedi e di mani
ninna nanna è presto domani

Ninna nanna spalanca i tuoi occhi
ninna nanna è un gioco di specchi
ninna nanna guardami bene
ninna nanna sangue delle mie vene

Ninna nanna senza parole
ninna nanna un salto del cuore
ninna nanna tra le tue dita
ninna nanna la notte è finita.

20100226

Formazione permanente

Patente di guida
per ogni tipo di mezzo
a quattro ruote
possibilmente
senza motore

Orientamento
all'orario continuato
con turni
diurni e notturni

Avviamento
all'organizzazione sistematica
delle proprie giornate
con l'obiettivo
di ottenere
funambolici incastri di eventi

Corso di dizione
con prove
di conversazione
a sorpresa
sapendo
che la prima parola
detta
potrebbe anche non essere
mamma

Tonificazione
muscolare
completa
con predilezione
per gli arti superiori

Lezioni di mimica
facciale e corporea
finalizzate al consolidamento
di relazioni
familiari

Comprensione
di messaggi criptati
e specializzazione
nel dialogo
non verbale
paraverbale
ultraverbale
transverbale

Formazione
alla reperibilità
e alla pazienza
senza limiti

Il percorso è facilitato
per chi tende
alla contemplazione
costante
di una bellezza
meravigliosamente piccola
e perfetta