L'otto aprile la nonna avrebbe compiuto centotré anni. Io sono del Cinque, mi diceva. Sarebbe anche oggi silenziosamente fiera dei sedici nipoti, figli e figlie dei suoi sette figli, e dei figli di alcuni di loro. Sorrido - ritrovo l'arguzia del suo volto, la lucida semplicità in ogni gesto - se ripenso al mattino dell'ultimo suo giorno qui, quando ha chiesto per colazione frittelle e vino bianco.
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