20100511

Moltissimo

Moltissimo, sì. Stamattina si affaccia alla mente, ma qualcosa stride. La parola moltissimo. In giorni di sottovoce, di pensieri sommessi, di diciamolo piano questo desiderio. Non è questione di tempi, o non solo. Questione di menti e di guardare. Dire la parola moltissimo suona da arroganti, sopra le righe, urla troppo. Ma prova a dirlo. Moltissimo. Suona strano. Dillo ancora. Moltissimo. Un po' meglio. Come suona? Buca il silenzio. Canta. Canta che voglio volare, staccarmi da terra, almeno quanto basta per sentirmi testa e piedi un poco più leggeri. Via le zavorre, via le paure. Questione di guardare. E allora guarda. C'è una realtà fatta di piccolissimi. Non si vede ma vive. Vive e fa vivere. Davvero. La salvezza è lì. E mi piace moltissimo.

20100510

La tosse

Tre settimane, quattro. Accidenti a questa tosse nottambula. Polmoni sbattuti come tappeti per le prossime cento pulizie di primavera. E poi, c'è lui. Che non ha preso la tosse. Ma, senza udire voce né parole, una cosa l'ha imparata. A cinque mesi mi chiama col pianto, e con la sua tosse finta.

20100504

Il cappello del re

Sedia in velluto porpora, schienale alto. Intagli in legno. Il trono. Nel posto sbagliato, così pare. Dal medico, in sala d'attesa. A fianco le sedie normali, così dicono. Affiancate tipo aula, sedile reclinabile, stoffa carta da zucchero. Brrr. E quanta polvere. Ma entra lui e porta l'aria. Camicia celeste, cravatta rosso scuro, gilet blu. Stivaletti. Passo splendido. Al volo lascia il cappello sull'appendiabiti. Mentre è dal medico non resisto e vado a guardarlo, il cappello. Guardacaso, impiego tempo a cercare quel che non trovo nella tasca della mia giacca, appesa lì. Allora, cappello in cotone, leggero, quadretti piccolissimi bianchi e blu, fascetta. E il re? Ottant'anni. Siede sul trono. Accavalla una gamba posando il collo del piede all'altra. Appoggia il viso a una mano. Niente è più adatto a lui, di quella sedia giusta nel posto sbagliato. E di quel cappello, leggero come il suo passo e i suoi anni.

(di là)